L'interesse suscitato dai presepi nelle corte e dalle esposizioni ha favorito, durante le festività natalizie e non solo, nelle chiese, nelle piazze e nelle stesse corte del paese la nascita di varie manifestazioni musicali, prima fra tutte quella intitolata "I canti della Stella" che radunò più volte a Tesero numerosi gruppi vocali, provenienti dalle località dell'arco alpino, dove è ancora viva l'antica usanza dei piccoli e grandi cantori che a Natale girano per le strade dei loro villaggi al seguito di una stella luccicante eseguendo un repertorio di canti cristallizzati nel testo e nella melodia da una secolare tradizione.
Dal 1999 al 2008 l'Associazione Amici del Presepio ha promosso questa rassegna per dieci edizioni.
"L'usanza della Stella chiamata anche dei Tre Re è documentata in un arco geografico che va dal Ticino alla Slovenia, comprendendo i territori alpini e prealpini di Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli, Istria. Questo arco geografico sembrerebbe costituire una sorta di appendice meridionale ad un ambito di diffusione molto più esteso, che interessa vaste zone dell'Europa centrale non riformata, soprattutto germanofona ma anche boema, ungherese e slava. L'origine dell'usanza viene fatta risalire infatti alla Controriforma e la sua vasta diffusione sembrerebbe dovuta ad un consapevole impulso da parte dei Gesuiti. Il successo della Stella è documentato fin verso la fine del XVII secolo, quando iniziò un processo di degenerazione e decadenza che portò l'usanza ad essere vietata ed aspramente combattuta sia dalle autorità civili che da quelle religiose. I divieti riguardarono inizialmente i territori germanofoni a nord delle Alpi, e nella seconda metà del XVIII secolo anche il Principato vescovile di Trento, con una lunga sequela di bolle e proibizioni, emanate la vigilia di Natale, ininterrottamente e regolarmente ogni anno, a partire dal 1737 fino al 1770. In Trentino dunque l'usanza della Stella ha fatto registrare un progressivo - definitivo declino in ambito urbano, una qualche persistenza in talune aree più periferiche (la cui lontananza dal capoluogo rendeva forse poco efficaci gli editti del Principe Vescovo in materia), una sostanziale tenace continuità in particolari contesti etnografici come ad esempio quello mòcheno o ladino, ed infine una recente ripresa, motivata da esigenze diverse rispetto al passato, in alcune comunità dove l'usanza risultava da tempo estinta.
Le questue della Stella seguono uno schema cerimoniale che può essere così sintetizzato: un gruppo di cantori, spesso mascherati da Re Magi, visita le case del paese nel periodo che va da Natale all'Epifania, eseguendo canti specifici e ricevendo in cambio doni di vario genere. Un canto cristallizzato nel testo e nella melodia da una secolare tradizione accompagna la visita. Il ricavato in doni della questua può essere devoluto alla Chiesa oppure diviso equamente fra i singoli cantori".
(Dott. Renato Morelli)